Sempre più spesso mi confronto con donne che accettano
di continuare a frequentare uomini che non vogliono investire nella relazione,
che esplicitamente dicono di voler avere una semplice frequentazione e
addirittura che confidano di essere ancora profondamente coinvolti
affettivamente dall’ ex.
Mi riferisco a pseudo relazioni dalla prospettiva in
cui è quindi la donna ad essere coinvolta mentre dall'altra parte c’è una
simpatia, un’attrazione fisica o un semplice “affetto”; per gli uomini
approfondiremo in seguito.
Mi sono domandata: cosa spinge queste donne ad accettare
queste pseudo relazioni?
La prima cosa che viene da considerare è la
paura di restare sole che, presente in entrambi i sessi, può giocare inconsciamente
un ruolo importante in questo accanimento nei confronti di qualcuno che dichiara esplicitamente di non essere
innamorato; così come anche nell'accettare di vivere relazioni prive di amore
pur di avere qualcuno accanto. In poche parole il detto “meglio soli che male
accompagnati” in questo caso non ha alcun valore.
Il pensiero si sposta su un altro aspetto che potrebbe
essere implicato: la fantasia che
può spesso apparire in questi casi di “poter
cambiare l’altro”, del “tanto lui cambierà, si innamorerà, ci vuole solo tempo”. L’esperienza
dimostra che se all'inizio la relazione non è “rosa e fiori” e se non trabocca l’entusiasmo e l’Amore ovunque, state certe che non ci sarà il colpo di scena
tanto desiderato; in altre parole non potete
sperare di ottenere delle mele dall'albero delle pere!
Emerge poi l’aspetto, correlato al precedente, che riguarda
l’inclinazione che può essere presente “alla sindrome della crocerossina”. Sono
state scritte pagine e pagine a riguardo; la tendenza eccessiva a prendersi cura dell’altro
in questo caso specifico si mescola al tentativo continuo di cercare di “far innamorare l’altro”
.
Un certo ruolo, in questo accanimento, potrebbe
derivare anche dal fatto che l’altro seppure non vi ami vi sta comunque offrendo qualcosa!
Berne parlava a riguardo di “carezze” e di “bisogno di
riconoscimento”. Secondo Berne ogni essere umano ha, sin dalla nascita, un
bisogno innato di riconoscimento e qualsiasi atto che soddisfi tale bisogno
viene definito “carezza”; senza entrare ora troppo nei dettagli ogni attenzione
positiva ma anche negativa
rappresenta una forma di riconoscimento.
Berne ha osservato come il principio fondamentale che anima il comportamento
degli esseri umani è che: qualsiasi tipo di carezza è meglio di nessuna
carezza, ovvero il nostro bisogno di essere “accarezzati” (riconosciuti) è
così importante che se non si ricevono a sufficienza carezze positive, si farà
in modo di avere almeno quelle negative. Di conseguenza accontentarsi di quel poco che l’altro vi offre
“è certo” meglio di niente.
Un aspetto su cui vi è utile riflettere riguarda che cosa vi
portate dalle esperienze di coppia precedenti: vi ritrovate nella stessa
situazione? Vi siete mai sentite veramente amate? Le dinamiche sono sempre
sbilanciate nel dare e nel ricevere?
In questi casi possano essere presenti anche una bassa autostima e una perdita della dignità: se per prime non credete di meritare l’Amore
totalizzante e di conseguenza se non fate scelte in questa direzione e non
prendete posizioni ferme la Felicità vi passerà accanto!
E’ utile se vi ritrovate in questa situazione
intraprendere un percorso di psicoterapia con il fine di acquistare una
maggiore consapevolezza dei processi inconsci che vi si attivano quando vi
ponete in una relazione di coppia, per
capire sulla base di cosa scegliete una persona piuttosto che un’altra e perché
vi ritrovate spesso a vivere le stesse emozioni e situazioni anche se cambiano
i protagonisti. In questo modo potrete diventare più coscienti di cosa volete
realmente e potrete permettervi di intraprendere nuove relazioni partendo da
una base sana e paritaria.
Dott.ssa Alessia Fratoni