"OGNI
COSA AL SUO POSTO"
Ho
potuto notare che capita ad alcuni di farsi delle domande riguardo alcuni modi
di fare, posizioni prese e affermazioni che sono comuni a chi appartiene al
settore del benessere psicologico della persona.
Ad esempio alcune frasi
del tipo: “non è questo il contesto per affrontare l’argomento”, “ non faccio
interpretazioni dei sogni via chat/telefono”, “si sono terapeuta ma non ti sto
analizzando mentre stiamo chiacchierando tra amici!” pur facendo magari
sorridere chi le legge possono essere per un addetto ai lavori all’ordine del
giorno.
Credo che a riguardo
sia utile comprendere alcuni aspetti importanti della nostra professione
partendo prima di tutto facendo una
distinzione tra i vari tipi di richiesta
che si possono rivolgere a un terapeuta. La consulenza può essere
richiesta partendo da disparate necessità e in base a questa il tipo di
intervento è diverso e ha durata variabile, abbiamo:
ü la consulenza psicologica
nella quale richiediamo al professionista appunto una consulenza riguardo a un aspetto problematico con cui ci
confrontiamo in un preciso momento o su cui abbiamo dei dubbi e dobbiamo fare
maggior chiarezza: ad es. quando si hanno difficoltà nella scelta da prendere
in un determinato ambito e così via.
ü Sostegno psicologico dove
la richiesta è quella di avere un appoggio, appunto un sostegno, nell’affrontare un momento di vita difficile:
un lutto, la chiusura di un rapporto, un cambiamento improvviso.
ü Sostegno alla genitorialità
dove la richiesta è specifica e va nella direzione di ricevere competenze
specifiche (problem solving) necessarie per affrontare delle difficoltà nel
rapporto con i propri figli in base all’età/fasi di quest’ultimi e
all’eventuale riattivarsi di aspetti personali del genitore.
ü Terapia vera e propria dove
la richiesta è quella di poter esplorare aspetti più profondi con il desiderio
di poter trasformare aspetti della propria struttura di personalità che non
sono più funzionali in un dato momento. Lo scopo è quello di ottenere una
conoscenza di “come si funziona” e una ristrutturazione con il conseguente
cambiamento di comportamenti, modi di porsi ecc.
A prescindere dal tipo
di richiesta con cui si parte è fondamentale comprendere, come prima tappa, che
si sta facendo una richiesta e in
quanto tale è importante che le venga dato il giusto valore.
Questo significa ad
esempio fare in modo che non avvenga in un contesto inopportuno, in un modo che
possa svalutare l’esperienza o, ancor più importante, in una situazione dove il
professionista si possa ritrovare a non poter approfondire adeguatamente
l’argomento rischiando quindi di dover dare risposte generiche. Questo è uno
dei motivi per cui nel nostro campo
evitiamo di fare “la terapia da salotto” con gli amici. A riguardo ricordo di
una docente che scuola di psicoterapia che raccontava di come a una cena con
persone nuove amici del marito si fosse ritrovata a sussurrare che fosse una terapeuta per
evitare situazioni che già conosceva dove il risultato era una gran
svalutazione del lavoro che facciamo.
Ecco perché è
importante anche dare il giusto compenso alla consulenza richiesta a
prescindere dal tipo di consulenza e dal tipo di professionista che
contattiamo: ogni cosa ha il suo valore e il tempo speso dietro a un colloquio,
dietro a un trattamento ecc. a volte è molto di più di quello che appare
dall’esterno.
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