mercoledì 5 aprile 2017

Donne e pseudo relazioni



Sempre più spesso mi confronto con donne che accettano di continuare a frequentare uomini che non vogliono investire nella relazione, che esplicitamente dicono di voler avere una semplice frequentazione e addirittura che confidano di essere ancora profondamente coinvolti affettivamente dall’ ex.
Mi riferisco a pseudo relazioni dalla prospettiva in cui è quindi la donna ad essere coinvolta mentre dall'altra parte c’è una simpatia, un’attrazione fisica o un semplice “affetto”; per gli uomini approfondiremo in seguito.

Mi sono domandata: cosa spinge queste donne ad accettare queste pseudo relazioni?

 La prima cosa che viene da considerare  è la paura di restare sole che, presente in entrambi i sessi, può giocare inconsciamente un ruolo importante in questo accanimento nei confronti di  qualcuno che dichiara esplicitamente di non essere innamorato; così come anche nell'accettare di vivere relazioni prive di amore pur di avere qualcuno accanto. In poche parole il detto “meglio soli che male accompagnati” in questo caso non ha alcun valore.

Il pensiero si sposta su un altro aspetto che potrebbe essere implicato: la fantasia che può spesso apparire in questi casi di “poter cambiare l’altro”, del “tanto lui cambierà, si innamorerà, ci vuole solo tempo”. L’esperienza dimostra che se all'inizio la relazione non è “rosa e fiori” e se non trabocca l’entusiasmo e l’Amore ovunque, state certe che non ci sarà il colpo di scena tanto desiderato; in altre parole non  potete sperare di ottenere delle mele dall'albero delle pere!

Emerge poi l’aspetto, correlato al precedente, che riguarda l’inclinazione che può essere presente  “alla sindrome della crocerossina”. Sono state scritte pagine e pagine a riguardo;  la tendenza eccessiva a prendersi cura dell’altro in questo caso specifico si mescola al tentativo  continuo di cercare di “far innamorare l’altro” .

Un certo ruolo, in questo accanimento, potrebbe derivare anche dal fatto che l’altro seppure non vi ami vi sta comunque offrendo qualcosa!
Berne parlava a riguardo di “carezze” e di “bisogno di riconoscimento”. Secondo Berne ogni essere umano ha, sin dalla nascita, un bisogno innato di riconoscimento e qualsiasi atto che soddisfi tale bisogno viene definito “carezza”; senza entrare ora troppo nei dettagli ogni attenzione positiva ma anche negativa rappresenta una forma di riconoscimento. Berne ha osservato come il principio fondamentale che anima il comportamento degli esseri umani è che: qualsiasi tipo di carezza è meglio di nessuna carezza, ovvero il nostro bisogno di essere “accarezzati” (riconosciuti) è così importante che se non si ricevono a sufficienza carezze positive, si farà in modo di avere almeno quelle negative. Di conseguenza accontentarsi di quel poco che l’altro vi offre  “è certo” meglio di niente.


Un aspetto su cui  vi è utile riflettere riguarda che cosa vi portate dalle esperienze di coppia precedenti: vi ritrovate nella stessa situazione? Vi siete mai sentite veramente amate? Le dinamiche sono sempre sbilanciate nel dare e nel ricevere?

In questi casi possano essere presenti anche una bassa autostima e una perdita della dignità: se  per prime non credete di meritare l’Amore totalizzante e di conseguenza se non fate scelte in questa direzione e non prendete posizioni ferme la Felicità vi passerà accanto!

E’ utile se vi ritrovate in questa situazione intraprendere un percorso di psicoterapia con il fine di acquistare una maggiore consapevolezza dei processi inconsci che vi si attivano quando vi ponete in una relazione di coppia,  per capire sulla base di cosa scegliete una persona piuttosto che un’altra e perché vi ritrovate spesso a vivere le stesse emozioni e situazioni anche se cambiano i protagonisti. In questo modo potrete diventare più coscienti di cosa volete realmente e potrete permettervi di intraprendere nuove relazioni partendo da una base sana e paritaria.
  

Dott.ssa Alessia Fratoni

giovedì 2 febbraio 2017

L'Arte di vivere bene



E’ sufficiente  osservare il comportamento di chi ci circonda e perché no, anche il proprio, per rendersi conto come oggigiorno la qualità della vita per quanto  riguarda la maggior parte degli esseri umani è alquanto bassa. Roma, ad esempio, nonostante la sua incontestabile bellezza e le possibilità che offre in ogni settore,  secondo la classifica risultato della ricerca di ItaliaOggi realizzata dalla Sapienza di Roma è scivolata lo scorso anno, in ottantottesima posizione rispetto alla sessantanovesima dell’anno precedente.
E non risulta così difficile credere a questi risultati per chi ci vive: ore spese in macchina in mezzo al traffico, mezzi che non passano, file interminabili agli sportelli.

Come possiamo aiutarci? Cosa fare per  imparare a vivere meglio?
 Ecco un decalogo di 10 punti  per imparare a vivere sereni:
  • Trovare ogni giorno uno scopo elevato che vada oltre il semplice “dover fare le cose”: parlo di qualcosa di non prettamente materiale e che ha come risultato quello di farvi sentire bene interiormente e appagati come ad esempio la possibilità di fare qualcosa senza tornaconto personale ma solo per il piacere di farlo e di aiutare qualcuno.
  •  Imparare a cambiare almeno una cosa al giorno rispetto alle abitudini quotidiane tipo: la strada che si fa per andare al lavoro, la sequenza e il modo di compiere dei rituali quotidiani (scendere dal letto ecc.). Ognuno di noi ha dei rituali e tende a fare sempre le stesse cose creando degli automatismi che rischiano di appiattirvi interiormente e a livello cognitivo; considerate infatti che è sufficiente modificare anche solo qualche  gesto (ad esempio cambiando mano quando ci laviamo i denti) per  permettere al cervello di far funzionare l’emisfero opposto e stimolare aree cerebrali diverse.
  •    Cercare quanto più possibile di applicare l’attenzione alle cose che si fanno: sembrerà una frase fatta ma quanti di voi lo fanno realmente? Questo implica la capacità di direzionare in quel momento la propria mente su qualcosa di specifico e di non lasciarla invece libera di creare pensieri  (spesso inconsci) che arrivano a condizionare il proprio stato d’animo e che possono anche sfinire fisicamente. Un aiuto in questa direzione può essere quello di programmarsi ogni tot (ad esempio ogni mezz'ora/ora) una sveglia telefonica che quando suonerà ci ricorderà di essere in quel momento attendi e focalizzati su quello che stiamo facendo. Utile è anche imparare a “dirsi” interiormente quello che si sta facendo; esempio: Sto guidando e sento il volante e percepisco la posizione del mio corpo sul sedile ecc…”
  •   Imparare a nutrire tutti gli aspetti che ci compongono: corpo mente e spirito. Oggi la tendenza che prevale è quella preoccuparsi a volte esclusivamente dell’aspetto materiale a discapito degli altri due. Per analogia è come andare in palestra e lavorare esclusivamente sulla parte superiore del corpo tralasciando la parte dal bacino in giù; i risultati lascio a voi immaginarli.Questo atteggiamento a lungo andare crea una disarmonia interiore e di conseguenza uno stato di malattia (non necessariamente fisica ma a livello dell’anima). Trovare del tempo per leggere libri, per immergersi nella natura e goderne a pieno, trovare una propria dimensione spirituale e dedicare del tempo ad approfondirla rappresentano fonti di puro nutrimento interiore.
  •   Un altro aspetto a cui accordare attenzione è quello della ricerca dei propri talenti: ognuno di noi ha delle propensioni e delle capacità che lo rendono unico. Imparate a scoprirle e  dedicate del tempo anche ad esse,  in questo modo farete qualcosa che vi piace e che vi riesce anche bene!
  •    Imparare a coltivare la felicità delle piccole cose: se prestate attenzione a quest’aspetto potrete accorgervi come ogni giorno esistono più motivi per essere felici e come invece vengono sottovalutati . Se ne diventate coscienti, allenando appunto attenzione, potrete regalarvi vissuti di gioia con estrema facilità!
  •  Coltivare il discernimento  e il senso critico, o in altre parole imparate a usare la capacità riflessiva: una tendenza psicologica risaputa è quella secondo la quale all'interno di una massa e per influsso di questa, il singolo subisce una profonda modificazione delle sue capacità intellettive e la sua capacità intellettuale si riduce in misura considerevole. Se si attiva il discernimento si impara a non uniformarsi bensì a scegliere in maniera consapevole:  vi aiuterà a fare le scelte più giuste per voi in quel momento.
  •   Imparare ad accettare che possono esistere punti di vista differenti e modi di porsi diversi e che non necessariamente il proprio è il migliore. Questo approccio alla vita vi permetterà  di essere più sereni in quanto vi arrabbierete molto di meno e  diventerete  più distaccati. Questo non vuol assolutamente dire che dovrete condividere punti di vista che non sentite vostri; il motto è “accetto anche se non necessariamente condivido”!
  •   Amatevi di più ovvero mangiate bene, riposate il giusto, scegliete compagnie  e situazioni che vi arricchiscono, il tempo è prezioso e non va sprecato.
  •  Ultimo aspetto ma non meno importante è ricordatevi di ringraziare sempre: chi vi circonda, la natura, il Divino. La gratitudine è dolce per chi la riceve ma ancor più è nutrimento per la vostra anima.