martedì 13 maggio 2014

Amo te, perchè?



Gli esseri umani sono geneticamente destinati ad innamorarsi (non tutte le specie di animali o ominidi conoscono l’ innamoramento) ma non sempre la scelta del partner è quella giusta e soprattutto destinata a durare nel tempo.
Vediamo quali sono i fattori che determinano la SCELTA DEL PARTNER:
  • Ci si innamora “con il naso” grazie ai feromoni, messaggi chimici che la persona che ci fa innamorare emette. Infatti nonostante i feromoni non abbiano odore, essi vengono percepiti con l`organo vomeronasale posto nella parte posteriore del naso il quale trasmette l`informazione direttamente all`ipotalamo, nel nostro cervello, che controlla i nostri istinti sessuali. Lo scopo dei feromoni è di garantire in modo naturale l`attrazione sessuale tra gli individui della stessa specie.
  •  Numerosi elementi fanno ritenere che la scelta venga effettuata con grande rapidità sulla base di “impressioni” legate a una serie di messaggi a livello verbale e, soprattutto, non verbale che le due  parti si scambiano.

Questi messaggi vengono immediatamente riconosciuti come un insieme di elementi di alto contenuto emotivo, nei quali è condensata tutta una serie di immagini di significato pregnante e di grande importanza per le persone interessate. Ne derivano le aspettative che in molti si fanno e le delusioni che ne conseguono.

  • Esiste un background evoluzionistico legato all'istinto di sopravvivenza e riproduzione che differisce tra le donne i gli uomini. Si può cercare un partner per vari motivi es. economici, sociali ecc. ma i motivi principali sono legati ad alcune bisogni fondamentali dell’uomo:

- attaccamento-accudimento bisogno legato alla ricerca della sicurezza. Spesso in queste situazioni il collante principale del legame è la paura della solitudine

- sessuale bisogno legato alla conservazione della specie attraverso la funzione riproduttiva.
Le nostre antenate ragionavano più o meno in questi termini : “per la sopravvivenza dei miei geni ci vuole un uomo affidabile che mi stia vicino, che sia in grado di proteggere me e i miei figli e che abbia le capacità e le risorse necessarie per farlo” di conseguenza inconsapevolmente siamo portate a scegliere uomini con caratteristiche di disponibilità ad accudire e proteggere e con un certo status sociale economico.
Diverse ricerche sono state fatte a riguardo e tra queste rientra quella condotta a Cardiff dai ricercatori Michael Dunn e Robert Searle.
Nel centro della città essi hanno fermato degli ignari passanti, chiedendo loro di valutare il livello di attrazione che provavano verso un soggetto dell’altro sesso, seduto in una macchina Agli uomini veniva mostrata una donna, alle donne un uomo. Erano sempre lo stesso uomo e la stessa donna, con la stessa postura e la stessa espressione facciale, ma ripresi con due “sfondi” differenti: o seduti su una Ford Fiesta, o seduti su una Bentley Continental .
La ricerca pilota ha dimostrato che sia il modello che la modella ricevevano una valutazione estetica media (in una scala da 1 a 10), ma che il modello maschile, nelle foto sulla Bentley riceveva una valutazione significativamente maggiore rispetto alle foto in cui era sull’altra macchina. Niente cambiava invece per le valutazioni maschili sulla modella: sia quando era nella city car sia quando era sulla macchina di lusso, veniva giudicata “attraente” allo stesso modo.
Questo a ragione del fatto che la mente e il corpo maschile sono programmati, a seguito della selezione naturale, a trovare attraenti, nelle donne, in modo del tutto inconsapevole, quelle caratteristiche femminili indicative di bellezza, salute, giovinezza. 
Il nostro antenato di sesso maschile possiamo dire che ragionava più o meno in questi termini è “per la sopravvivenza dei miei geni mi ci vogliono una donna giovane e sana. Giovane in modo tale che abbia la possibilità di procreare per tempi lunghi; sana per generare figli adatti a vivere a lungo per affrontare il mondo”. Inoltre maggiori sono i miei rapporti sessuali, anche con partner diverse, maggiori saranno le possibilità di riproduzione e di sopravvivenza.” A conferma i più recenti studi americani tendono a dimostrare che gli uomini, indipendentemente dall’età e dalla razza, considerano la giovinezza e la bellezza le qualità più importanti nella scelta di una compagna. Viceversa, le donne sognano un compagno ricco.
  • Un’altra ragione molto importante, che influisce sulla scelta del partner è dovuta al fatto che parte della gioia nell’avere l’altra persona così intimamente presente nella propria vita è saldamente collegata al fatto che l’altro conferma la nostra autostima e ci dà il senso del nostro valore. “Se mi ama significa che valgo!”.
  • Jung è andato oltre questi concetti, ed ha suggerito che quello che sembrava “amore a prima vista” fosse semplicemente una proiezione. Le persone, secondo Jung, riconoscono il loro animus maschile o la loro anima femminile, e sono attratti da ciò che riconoscono come la parte inconscia e nascosta di sé stessi. Per Jung, era importante capire questo aspetto della propria psiche, in modo da imparare a interagire con la propria anima (o animus) in modo da scegliere il/la partner con maggiore saggezza, per formare un rapporto di coppia adulto.
  • Andando ancora più in profondità possiamo dire che la scelta del partner è una mescolanza tra MITO familiare, MANDATO e ricerca di soddisfacimento ai BISOGNI PERSONALI .                       
Il mito familiare può essere definito come una griglia di lettura della realtà, in parte ereditata dalle generazioni passate, in parte creata nella generazione attuale, che assegna a ciascun membro della famiglia un ruolo e un destino specifici. E' un concetto usato per descrivere le credenze che la famiglia ha di sé, che si compone di immagini e leggende che contribuiscono a creare il senso di identità della famiglia stessa. I miti, benché falsi e illusori, sono accettati da tutti, anzi hanno qualcosa di sacro e tabù che nessuno oserebbe sfidare. Infatti per ogni famiglia i propri miti rappresentano la verità.

Il mandato rappresenta il compito, più o meno esplicito, assegnato a ciascun membro della famiglia, riguardo a una serie di ruoli da ricoprire e di scelte da fare, derivante dal mito e dalla storia della famiglia.
Quando il mito familiare prevale sui bisogni individuali, la spinta a realizzarlo è tale da sostenere la convinzione che esso esprima il tipo di legame più idoneo a soddisfare le esigenze personali.  Viene prestata più attenzione alle caratteristiche esteriori, al ruolo, alla posizione sociale, ai comportamenti del potenziale partner  corrispondenti alle aspettative presenti nel mandato familiare, sia esplicite che implicite (viene messa in atto un’ “attenzione/disattenzione selettiva” per gli elementi del carattere e del rapporto che possono contrastare con il mandato familiare). Le qualità affettive vengono ritenute conseguenti a queste caratteristiche.
Nel caso di una ribellione al mito, si tende a scegliere un legame con caratteristiche opposte al mandato familiare che per quanto dovrebbe avere una funzione liberatoria rispetto a una serie di vincoli affettivi/relazionali lascia comunque insoddisfatte le aspettative sul piano affettivo.
Da qui si capisce come la scelta del partner deriva molto da come sono stati affrontati i conflitti nella famiglia d’origine: meno ci sono conflitti irrisolti, più la scelta è libera cioè sono meno pressanti le esigenze del mandato.
Invece ogni problema relazionale esistente nella famiglia diventa per ciascun membro il “proprio problema” cioè diventa il termine di confronto per le relazioni successive.
Weiss e Simpson hanno elaborato, a riguardo, la teoria della coazione a ripetere in chiave evolutiva: l’individuo tende a ripetere determinati comportamenti nelle relazioni con il mondo esterno per trovare una via d’uscita alle difficoltà incontrate. In pratica ogni individuo prende come modello i genitori, sia per quanto riguarda la costruzione della propria identità nel ruolo sessuale  che per quanto riguarda uno schema di rapporto con il partner; e se la relazione con essi è difficoltosa, egli tenderà a ripeterla con tutti i futuri partner cercando di risolverla attraverso essi.
  •   Un altro fattore che può determinare la scelta del partner è il riconoscimento di una condizione di esperienza negativa condivisa “Anche lui/lei è passato/a attraverso lo stesso tipo di difficoltà e mi può capire”. Questo attenua,  infatti, la paura di essere giudicati male o rifiutati dall'altro.
  • Esiste nelle donne, a livello inconsapevole, una tendenza a sovrastimare l'attrazione per gli uomini che hanno già un rapporto stabile con un'altra donna. Il fenomeno si può spiegare con il meccanismo delle euristiche. Le euristiche sono delle forme di ragionamento veloci, una sorta di scorciatoie dal punto di vista cognitivo. In questo caso le donne mettono in atto una specie di inferenza indiretta circa le caratteristiche positive dell'uomo. Il ragionamento inconsapevole ed euristico potrebbe essere: “se questo uomo ha un rapporto stabile con un' altra donna, vuol dire che è adatto e ha aspetti positivi” In teoria, in termini di una relazione a lungo termine, sarebbe l'uomo single quello più appetibile, ma le sue caratteristiche andrebbero comunque accertate, cosa che potrebbe essere costosa in termini di tempo, forse meglio affidarsi a chi ha già superato il test!

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